Ukraina: guerra o pace?
Quello che sta accadendo in Ukraina è terribile. Terribile perché un dittatore decide della vita e della morte di milioni di persone, perché viene calpestato il diritto all’autodeterminazione dei popoli, alla libertà e alla democrazia.
L’Ukraina è uno stato giovane con una storia più antica di quella russa. I “Rus” provengono da Kiev.
Kiev è una metropoli contraddittoria. Le infinite periferie sono un monumento all’architettura sovietica che si riproduce all’infinito senza cambiamenti. Nel centro della città ci sono monumenti, chiese, parchi e panorami mozzafiato. Più belle di Kiev sono Leopoli (Lviv) e Rivne, due città dell’epoca del regno Polacco-Lituano, con architettura tipicamente mitteleuropea del XVIII e XIX secolo. Odessa invece possiede il fascino dell’influenza ottomana pur ergendosi a porto industriale ai confini con l’Oriente.
Oltre il 70% degli ukraini sono cristiani ortodossi. E’ presente anche una nutrita popolazione cristiano cattolica, soprattutto nell’estremo Occidente, dove però adotta un rito ortodosso. Forse unico caso al mondo.
In pochi decenni hanno sviluppato una forte identità nazionale pur non avendo una storia propria. Questa identità qualche volta rasenta il nazionalismo, ma è il frutto della libertà dai Soviet e dell’indipendenza.
Questa guerra sta distruggendo questo processo storico e sta uccidendo migliaia di persone inutilmente, ma il peggio è che rischia di ucciderne centinaia di migliaia insieme ad un esodo biblico di milioni di persone.
Le parole del ministro degli Esteri Russo fanno riflettere. Ha detto che sono contrari all’ingresso dell’Ukraina nella NATO (lo sapevamo), riconoscono la legittimità del presidente Zelens’kyj e non hanno niente in contrario se l’Ukraina entra nell’Unione Europea.
Allora perché marciano su Kiev e stanno distruggendo città, infrastrutture r soprattutto uccidendo la gente.
Apro una parentesi. Molti russi, ukraini e bielorussi considerano questa guerra una guerra civile perché dopo 70 anni di Soviet la gente di quesì paesi si è tutta incrociata. Tutti hanno parenti stretti in ognuno dei tre paesi. Oggi ci sono generali e semplici soldati che sparano contro le loro famiglie, contro le loro madri o i loro fratelli.
É un dramma nella tragedia.
Ebbene, tutto questo mi fa riflettere.
Questi popoli sono europei come noi. Dal tempo dei romani, quindi da 2000 anni si mescolano con noi e la storia ci porta a condividere guerre, arte, religioni, cultura ecc. molto più che con gli arabi, i cinesi o i peruviani che ospitiamo nel nostro paese.
Io sono felice di questa multiculturalità, ma con i popoli dell’est Europa ci unisce la storia millenaria di un continente.
Non possiamo rimanere immobili di fronte alla morte e alla distruzione.
Ogni giorno in più di questa guerra vuol dire la perdita di vite umane e di pezzi della nostra storia, per colpa di uno squilibrato che sogna di ricostituire la grande madre Russia; i Soviet.
Mi sono convinto che per fermare tutto questo Zelens’kyj deve arrendersi e accettare le proposte della Russia. Cedere i territori ukraini della Crimea e del Dombas, entrare nell’Unione Europea e non aderire alla NATO.
So che può sembrare un resa senza condizioni di fronte alla prepotenza di un pazzo, ma probabilmente risparmieremo decine o centinaia di migliaia di vittime e miliardi di danni alla vita di questo paese.
Questo potrebbe servire per capire se la Russia fa sul serio o è solo un bluff. Dobbiamo andare a vedere le carte per far capire al mondo se la Russia è credibile o è inaffidabile alla cui guida c’è un uomo fuori dal tempo che ha acceso una miccia nel cuore dell’Europa pome se fosse il 1914.
Tutto questo però senza cedere una sola delle sanzioni che l’Occidente ha adottato contro la Russia di Putin.
Anzi, se possibile, adottarne altre ancora più dure.
Quanto può durare la Russia in un isolamento di questo tipo?
C’è chi dice sei mesi, c’è chi pensa qualche anno. Ma nessuno ha dubbi che il sistema collasserebbe o il popolo russo si rivolterebbe.
A quel punto sarà possibile sedersi intorno ad un tavolo e trattare con la Russia per l’auto determinazione dei popoli dell’Europa dell’est, Bielorussia, Donbas e Crimea compresi.
La pace in cambio dei morti, gli strumenti di una società economicamente vincolata a leggi di civile convivenza (anche se le leggi del mercato a volte non sono proprio civili).
Non prendete questa mia (lunga) riflessione come una sconfitta o una resa alla follia di Putin, ma ritengo che la vita umana e la storia non debba essere cancellata da un folle.
Claudio Del Lungo
(ospitiamo questo articolo che non è detto che rispecchi l’opinione di Legambiente ed è firmato perché il giornalista che lo ha scritto se ne assume la
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