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Perchè non sia l’ultima spiaggia!
Come associazioni ambientaliste, e non solo, vorremmo che partisse da San Vincenzo un nuovo modo di approcciarsi ai nostri arenili e di conseguenza ad un turismo che evolva verso una migliore qualità, che contribuisca alla tutela dell’ambiente, e che rispetti i diritti di chi vi lavora, superando le logiche del puro e semplice turismo estivo di massa.
Abbiamo visto delle positive novità nella nuova disciplina delle attività balneari, come ad esempio evitare la “libera” circolazione dei trattori che hanno caratterizzato le notti sanvincenzine degli ultimi anni. Oppure evitare i “furti” di sabbia dalle spiagge del demanio pubblico, depauperando un bene comune.
Importante per noi, e qui lo chiediamo all’Amministrazione Comunale, è riuscire a gestire al meglio, e magari con nuove modalità, gli spiaggiamenti di posidonia, che come ormai è risaputo sono l’unica vera barriera verso l’erosione marina.
Il “bene comune” più prezioso (non solo economicamente) per San Vincenzo sono le sue spiagge, che non sono un bene inesauribile, vanno anzi tutelate con i più moderni criteri scientifici e non affidandoci, come sempre fatto fino ad ora, a costosissime (per tutti i cittadini) e spesso inutili opere di ripascimento, anche con materiale di cava!
Come Associazioni continueremo ad impegnarci nella divulgazione dell’importanza della tutela della nostra costa come bene naturale irripetibile e della consapevolezza del necessario “limite” della pressione umana, per non comprometterla definitivamente.
Chiediamo tale impegno, affiancato ad un confronto pubblico costante indispensabile per diffondere conoscenza e responsabilità, sia al Comune, in quanto tutore di interessi pubblici, sia ai cittadini, agli imprenditori, ed alle varie associazioni di categoria, perché tutti dobbiamo farci carico responsabilmente degli interessi comuni, oltre che di quelli privati.
La spiaggia, l’intero litorale di San Vincenzo (nonché quelli dei comuni limitrofi) sono “beni comuni naturali” non singole entità scollegate, quindi non vanno viste solo come uno strumento per un guadagno rapido.
Occorre una visione ambientale di profondità che ci veda impegnati a lasciare alle future generazioni il mondo in condizioni migliori, che vada oltre gli interessi economici immediati, per quanto legittimi, di pochi.
Ricordiamoci il precedente “piano spiagge”, che asserviva completamente il litorale ad uno sfruttamento turistico massivo, senza alcuna tutela naturale.
Ripartiamo dagli errori del recente passato per creare un futuro prossimo più consapevole, di maggior tutela ambientale paesaggistica e per le generazioni attuali e future.
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